Trama:

Nella violenta e spietata giungla urbana di Los Angeles, ci sono tipi come Beck che vengono pagati per recuperare con qualsiasi mezzo ciò che gli viene chiesto. Al centro dell’impiccio in questione c’è un ragazzo dalla lingua sciolta di nome Travis: il padre incarica Beck di riportarlo a casa dopo una prolungata avventura in Brasile. La missione si rivela però più difficile del previsto, un altro paio di complicazioni: Mariana, una giovane del posto, pratica e diretta, che conosce le risposte ad alcuni dei misteri della giungla, e Hatcher, un tiranno pazzo che sfrutta la giungla e i suoi abitanti per fare fortuna.

Girato alle isole Hawaii per evitare i rischi di una difficoltosa trasferta brasiliana, il film è un action movie ironico (costruito sulla formula della “strana coppia”), adrenalinico e privo della minima traccia di fosforo. Da una commedia nera come Cose molto cattive (che uscì nelle sale sfruttando il bel momento del genere nel cuore degli anni ’90), Peter Berg cambia completamente registro. La sua pellicola ricalca i canoni del cinema d’azione del "superuomo" alla Commando; e The Rock sembra essere il candidato numero uno a  sostituire uno Schwarzenegger ormai sul viale del tramonto.

Ma, se nella sua lunga carriera quest'ultimo ha intelligentemente messo la propria massiccia fisicità al servizio di succulente sceneggiature (ad esempio, i due Terminator; True Lies o Atto di Forza), The Rock sembra ancora lontano dalla concezione di cinema come qualcosa che non sia una mera vetrina di muscoli. Detto ciò,  non si può far altro che consigliare Il tesoro dell’Amazzonia solamente a coloro che hanno gradito Il re Scorpione. Simpatico Sean William Scott; Christopher Walken è, come sempre, una garanzia.