Arnold Schwarzenegger Italian Fan Club

 

Fans Corner

L'angolo dedicato ai veri fans di Arnold Schwarzenegger. Inviateci le vostre lettere ed i vostri racconti, aneddoti, foto, incontri con Arnold. Scriveteci e pubblicheremo il vostro articolo nel nostro Fans Corner.

 

Il mio incontro con Arnold

Premetto che sono un appassionato bodybuilder e come tale non è possibile non aver letto o ammirato Arnold nel suo periodo agonistico  per quello che è stato, per quello che ha fatto e per come si è nettamente distinto. In seguito la passione è aumentata e quindi grande fu la spasmodica ricerca di tutto quello che riguardava Arnold dai film, alle biografie, dalle riviste di tutti i paesi, alle interviste e ritagli di giornali. Nell'estate del 1993 ci fu il mio primo viaggio negli States precisamente California, alcuni giorni di sosta a Venice con relativi allenamenti alla Gold Gym e passeggiate in spiaggia.

Fu proprio durante una di queste passeggiate che parlando con un body builder sono venuto a sapere che Arnold all’epoca si allenava alla World Gym di Venice verso le 7 del mattino. A questa notizia sono rimasto sbalordito! Ma come la famosa icona del bodybuilding, del cinema, e della politica si allena quotidianamente in una comunissima palestra che peraltro chiunque può frequentare o visitare? Non ritenevo possibile poter incontrare così facilmente il mio idolo, ma di fatto il mattino seguente alle 7 in punto mi trovo alla World Gym.

All'epoca era molto facile trovare alle prime ore del mattino vecchie glorie del body building come Ed Giuliani o Joe Gold, dopo aver chiesto se Arnold avesse l'abitudine di allenarsi in quel luogo ricevetti una risposta affermativa, tutto dipendeva comunque dai suoi impegni cinematografici, che a volte lo vedevano lontano da Los Angeles. Non mi capacitavo della semplicità con cui tutti prendevano la cosa, mi sembrava inusuale che l'attore più pagato nella storia del cinema non facesse una vita più blindata e si allenasse magari nella sua palestra privata nella sua villa sopra Malibù.

Comunque quella mattina non venne. E così fu per la mattina seguente. Purtroppo il mio soggiorno a Los Angeles stava terminando e rimaneva l'ultima possibilità della mattina seguente. Così fu e il giorno dopo mi trovavo mezzo addormentato alle 7 del mattino seduto sulla leg extension quando improvvisamente è entrato Arnold, non credevo ai miei occhi, aveva un paio di calzoncini corti ed una t-shirt mezze maniche molto blusante con una borsetta da ginnastica in mano. Le persone presenti lo hanno salutato normalmente, nessuno si è scomposto più di tanto al che anch'io ho dovuto frenare il mio entusiasmo.

Avrei voluto chiamarlo, salutarlo, stringerli la mano, parlargli. Invece niente anch'io come se niente fosse continuavo ad allenarmi. Solo dopo ho capito con negli States le persone famose non amano assolutamente frequentare luoghi dove ci sono persone poco discrete o invadenti. Arnold inizia l'allenamento scambiando qualche battuta con i conoscenti presenti, è un allenamento blando e tranquillo quello che fa, piano piano mi avvicino scegliendo le postazioni di allenamento sempre più vicine fino a quando non mi trovo sulla panca vicino alla sua.

Ci ritroviamo seduti davanti ad uno specchio che aspettiamo di fare la serie successiva. L'ho guardato, mi ha guardato e irresistibilmente sono balzato in piedi e gli ho teso la mano, cercando di spiaccicare qualcosa parlando un po’ in tedesco e un po’ in inglese. Mi ha risposto molto gentilmente ricordandosi dei luoghi dove io vivo che sono vicini all’Austria suo paese natio.

A questo punto mancava la fotografia, è severamente vietato fotografare e riprendere all’interno della palestra quindi ho aspettato una buona mezz’ora nel cortile insieme ad un amico. Guardavamo continuamente le scale per vedere quando  sarebbe sceso, ed ecco il momento, vediamo prima di tutto i suoi polpacci inconfondibili  fare i gradini della scala a chiocciola, agitatissimi gli andiamo incontro chiedendo una fotografia. Alla ns. domanda lui risponde “sicuro!” ma non si ferma , continua a camminare fino al garage della palestra al seminterrato.

Qui ci stava la sua fuori strada grigia la quale era parcheggiata sul posto a lui riservato coperto di una lastra di ottone con sopra il suo nome. Ancora non si ferma sale in auto ingrana la retromarcia  si muove esce nel cortile e noi dietro di corsa con la macchina fotografica in mano, ci guardavamo in faccia chiedendoci se avesse capito quello che gli avevamo chiesto. Nel mezzo del cortile si ferma e ci fa cenno di avvicinarci per scattare la foto.  Il grande incontro era immortalato! In seguito ci siamo chiesti del perché del suo comportamento, sicuramente un’altra sua burla.

Racconto di Dario Varalta

visitate il suo sito internet