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			Fans Corner 
            
			
				
			
				
					
						
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						L'angolo dedicato ai veri fans di Arnold Schwarzenegger. 
						Inviateci le 
						vostre lettere ed i vostri racconti, aneddoti, foto, incontri 
						con Arnold. Scriveteci e pubblicheremo il vostro articolo 
						nel nostro Fans Corner.  | 
					 
					
						
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			Sulle tracce di Arnold 
			 
			
          
          	Dopo
            anni, questa estate, Antonella, la mia compagna, ed io, abbiamo
            deciso di far fede ad un sogno che da tempo avevamo deciso di
            coronare. No, non si parla di matrimonio... Questa storia non è una
            di quelle. Come ogni anno, verso aprile, maggio, programmiamo le
            nostre ferie estive per poter cominciare ad assaporare con largo
            anticipo, l'emozione e la gioia di essere finalmente in vacanza.
            E' un po' come vedere un trailer di un film tanto atteso; per
            esempio quello dell'ultimo con Arnold che ho visto (T3) o il
            trailer di "Around the world in 80 days" che ho scaricato da
            internet qualche mese fa. Già dalla presentazione si comincia a
            vivere l'emozione del film  stesso e ad assaporarne gli effetti
            benefici che rilascia nell'organismo (una vera scarica di
            endorfine). Così, anche ad aprile di quest'anno, ci siamo messi a
            cercare i luoghi dove trascorrere il meritato periodo di svago,
            riposo e tranquillità. 
			
			
			Ho guardato negli occhi la mia compagna e
            con uno sguardo d'intesa che ricordava quello tra Jamie Lee Curtis e Arnold
            Schwarzenegger in True Lies, quando entrambi diventano spie, abbiamo
            deciso in un nano secondo che quest'anno era l'anno in cui
            dovevamo sicuramente andare a trovare Arnold... beh! Non proprio nel
            senso letterale della parola; la nostra intenzione era quella di
            poter inserire nelle nostre ferie una parentesi all'interno della
            quale poter includere un viaggio a Graz e Thal in Austria; insomma,
            a casa della "quercia austriaca". Detto, fatto!
            
             
			La
            decisione è passata attraverso un ragionamento quasi matematico,
            estraneo ad una qualsiasi logica umana, forse più simile a quella
            vulcaniana ma sicuramente lineare e focalizzata al raggiungimento
            dell'obiettivo. Ci piace trascorrere le vacanze in montagna,
            pertanto, il ragionamento si sviluppava nel seguente modo: 1)
            localizzare regione italiana più vicina al confine con l'Austria.
            Risultato: Friuli Venezia Giulia. 2) localizzare il comune più
            vicino al confine con l'Austria: Tarvisio, 11Km dalla frontiera.
            3) individuare la località di villeggiatura montana più vicina a
            Tarvisio: Sella Nevea a circa 20Km da Tarvisio. 
          
			
			Risultato del
            ragionamento: vacanze a Sella Nevea. Praticamente non sapevamo nulla
            del posto ma la decisione era oramai presa. Dopo, non appena abbiamo
            deciso quale doveva essere il luogo dove dimorare durante la nostra
            vacanza, abbiamo verificato se rispondeva ai requisiti minimi a noi
            necessari per trascorrere qualche giorno di ferie. Il campo base
            l'avevamo fissato; adesso non dovevamo fare altro che organizzare
            "l'Arnold tour in Austria". Internet, come sempre, ci è
            venuto in aiuto e, cliccando su Mappy, ci siamo creati l'itinerario
            da Tarvisio per raggiungere Graz. Niente di più facile. Oltretutto,
            Graz è a circa 200Km dall'Italia e si raggiunge benissimo con
            l'autostrada. Finalmente, Agosto, siamo arrivati al momento tanto
            atteso. Ok, si parte. Montagna, gite, trekking, scorpacciate di  
            formaggio e tante belle cosette che si fanno di solito in
            montagna….e Graz? Bene, dovevamo soltanto azzeccare la giornata di
            bel tempo per partire. Non volevamo girare per l'Austria con la
            pioggia, quindi, occhio al meteo e poi via!  4
            agosto, ore 7,30 sveglia. Silenzio nella camera.
			Colazione,
            lavata di viso ma non troppo (siamo pur sempre in vacanza), verifica
            dell'attrezzatura: macchina fotografica digitale ricaricata e
            messa nello zaino; bottiglie d'acqua; cartina di Mappy e, tanto
            per essere sicuri, cartina dell'Austria comprata per l'occasione
            il giorno prima; bollino per l'autostrada austriaca da applicare
            sul vetro dell'auto; cibarie varie; noi. OK, c'è tutto. Ore
            8,15 siamo in auto. Ancora silenzio. L'emozione e il sonno
            giocavano una parte importante sul nostro fisico. Considerando anche
            che spesso la mattina, in vacanza, ci alzavamo verso le 9.30, 10.00.
            Direzione Tarvisio, poi confine e poi Austria. 
			 
			Ci siamo, autostrada
            per Graz, centrata. Con calma, con una velocità di crociera
            regolare, arriviamo a Graz in tarda mattinata. Il primo impatto con
            la periferia della città è stato decisamente di sorpresa. Sexy
            shop da tutte le parti, e neppure piccoli. Beh! Si comincia bene…
            Scorgo i segnali stradali che indicavano il centro di Graz. Ora, il
            problema era quello di individuare i luoghi dove Arnold aveva
            vissuto. Francamente, vuoi per la voglia di partire per le vacanza
            il prima possibile e per la saturazione di navigare su internet,
            causata dal mio lavoro che mi impone diverse ore al giorno di
            utilizzo della rete, non mi ero molto informato su quali fossero le
            cose da visitare a Graz e poi Thal. Confidavo molto sulla
            popolarità del personaggio e dei suoi natali, ho creduto quindi che
            dire Arnold a Graz era come dire Topolino a Disney World. Così, ci
            siamo diretti verso l'ufficio informazioni turistiche più vicino.
            Lungo il nostro percorso abbiamo incontrato quello della stazione
            ferroviaria di Graz. 
			 
			
			Presso il punto informazioni una signorina
            molto gentile e soprattutto paziente è riuscita ad interpretare i
            suoni gutturali che erano stati pronunciati da me con la convinzione
            di essere parole in lingua inglese ma che sicuramente dovevano
            somigliare a qualche lingua aliena, tipo Klingon. Comunque ci siamo
            capiti. Mi ha riempito di cartine e post-it con indicazioni su cosa
            vedere a Graz (interesse da 
            1 a
            10 = a 5) e cosa vedere su Arnold (interesse da 
            1 a
            10 = a 11). Ora eravamo in possesso di tutto ciò che occorreva per
            raggiungere 
			 finalmente i luoghi "dove tutto ebbe inizio".
            Visitina veloce ai monumenti di Graz, giusto per "acculturarci"
            un po' e avere materiale con cui foraggiare amici e parenti
            assetati di storia e monumenti; poi, diretti verso "l'Arnold
            Schwarzenegger Stadion Graz Liebenau", lo stadio di calcio della
            città. Sapevamo
            che all'interno dello stadio era stato allestito il museo dedicato
            ad Arnold. Era ovviamente una meta obbligatoria del nostro
            "pellegrinaggio". Arrivati allo stadio e parcheggiato l'auto,
            abbiamo percorso a piedi gran parte del perimetro della struttura in
            cerca del museo ma invano. Chiedo informazioni, sempre con un
            inglese Klingon, ad una commessa in un negozio di articoli sportivi
            realizzato proprio all'interno della struttura dello stadio. Ci
            viene detto che è esattamente dalla parte opposta, all'interno di
            una palestra. 
			Alla
            parola palestra, i nostri recettori sensoriali si sono attivati.
            Sali, scendi, gira, addirittura abbiamo ripreso l'auto e ci siamo
            percorsi il parcheggio sotterraneo dello stadio per raggiungere la
            parte opposta, dato che a piedi non trovavamo la via. Alla fine
            eccola! Fitness Paradise. Non potevano dargli un nome migliore. Un
            gran bel centro fitness. Moderno, attrezzato; sviluppato su due
            piani, con bar e ristorante e, ovviamente, il museo. Antonella ed io
            eravamo come due bambini davanti ad un negozio di gelato. Siamo
            entrati nel centro un po' "intimoriti", quasi in religioso
            rispetto e silenzio. Alcuni responsabili della reception ci hanno
            accolto ed io, sempre ancora una volta in inglese Klingon, mi sono
            fatto intendere. Ho chiesto addirittura il prezzo del biglietto
            d'ingresso per visitare il museo. Il responsabile del centro mi ha
            guardato in modo strano e mi ha risposto che non c'era da pagare
            nulla. Poi ho capito il perché. In realtà il museo dedicato ad
            Arnold altro non è che una pedana di 
            3 metri
            per 
            3 in
            legno, sulla quale sono stati depositati gli attrezzi che Arnold
            utilizzava per i suoi allenamenti. 
          
			
			L'interno del centro era
            tappezzato con tantissime foto alle pareti, una più bella ed
            interessante dell'altra. Comunque, non divaghiamo, torniamo alla
            pedana in legno. Sempre accompagnato dal responsabile del centro, mi
            sono fatto raccontare alcune cose, quelle che in realtà potevo
            arrivare a capire con il mio inglese maccheronico. Una cosa però
            l'ho capita benissimo ed è stata   quando mi ha chiesto se volevo
            toccare e sedermi sulle macchine di Arnold, Non potevo
            crederci. Era vero? Potevo toccare qualcosa che Arnold ha utilizzato
            per tanto tempo e su cui ha riversato dolore, fatica e sudore? Non
            so se riesco a trasmettere l'emozione che ho provato ma per me era
            qualcosa di incredibile. Oltretutto, sono stato un bodybuilder
            anch'io e ho gareggiato per diversi anni. Tutt'ora mi alleno,
            anche se solo per il gusto di farlo e non più per competizione.
            Quindi, con grande emozione, mi sono seduto su una Scott
            machine
            e ho afferrato le impugnature per effettuare un paio di ripetizioni
            catartiche. C'è stato un momento, come nel film Total Recall
            in cui Arnold non sapeva se era lui o il suo alter ego su Marte.
            Così era per me. Non sapevo se ero lì, se stavo effettivamente
            toccando quelle macchine, se gli attrezzi che erano intorno a me
            erano reali oppure no. Qui in Toscana, dove vivo, diciamo "ero dìfòri come le terrazze". 
			Dopo
            essermi ripreso dallo shock ho proseguito con la visita
            soffermandomi su ogni foto in cui era ritratto Arnold. Erano decine
            e decine. Su tutte le pareti della palestra. In quel momento mi sono
            sentito veramente con lui, al suo fianco. Mi pareva di vedere delle
            foto di famiglia. Mah! In un micro momento di lucidità mi sono
            chiesto: sarò normale? Poi, un istante dopo mi sono risposto ma
            adesso non ricordo più in che modo… Proseguendo l'avventura,
            oramai siamo al pomeriggio del famoso 4 agosto, abbiamo ripreso
            l'auto per andare a Thal, paesino di campagna dove Arnold, per
            quei pochi che ancora non lo sanno, ha vissuto con la sua famiglia.
            Thal è campagna pura. Colline, laghetto, alberi, casette.
            Tutto preciso, ordinato, pulito. Sembra uno di quei villaggi che si
            comprano in scatola di montaggio da affiancare ai trenini elettrici
            per completare i plastici. Giriamo un po'. Nessun segno del
            passaggio di Arnold. Strano.
			Ci fermiamo, guardiamo in giro. Non
            c'è anima viva. Un po' delusi imbocchiamo una strada che ancora
            non avevamo preso. Non è che ce ne fossero tante da scegliere. E'
            un po' in salita. In cima c'è una chiesa stranissima, verde.
            Davanti ad essa una piccola piazzetta. Ci fermiamo e... Troviamo un
            grande pannello turistico in rame dove era riportata per iscritto la
            vita di Arnold, dalla nascita alla sua ascesa come Governatore della
            California. Tutto ovviamente in rigoroso tedesco. Di fianco al
            testo, era riportata una silouette del suo profilo del   volto
            all'interno della quale erano disegnate le vie e gli edifici in
            Thal dove Arnold aveva vissuto. La sua casa, la chiesa, la scuola,
            il castello (che credo ci incastri poco con Arnold ma visto che
            c'erano l'hanno messo come luogo da visitare). A sinistra di
            questo pannello, era stata eretta una sorta di stele che a prima
            vista mi ha dato l'impressione più di una lapide, il che era poco
            piacevole sia per me che la guardavo ma soprattutto per Arnold che
            sicuramente si sarà "toccato", se mai ha saputo di questo
            "omaggio". 
			
			Era
            un
            pietrone in marmo con sopra una targa in rame
            sulla quale c'erano riportate le diciture "Arnold Schwarzenegger Wanderweg" e sotto "Shule". Sotto ancora, la foto di Arnold da
            piccolo a scuola, in bianco e nero; oltretutto lucida. Non era
            proprio il genere d'installazione che definirei "di gusto" ma
            ho pensato che probabilmente per gli abitanti di Thal sarà stata
            sicuramente una gran bella cosa…. Per la serie "non capisco ma
            mi adeguo". Ho preso per mano la mia compagna e ci siamo diretti
            verso il primo dei luoghi segnati sulla mappa rappresentata nel
            "testone" di Arnold. La scuola. 
			 
			Qui abbiamo trovato dei
            manifestini e uno stendardo che testimoniavano il legame che tutt'oggi
            esiste tra Arnold e la scuola che lui stesso ha frequentato.
            Proseguiamo il percorso e andiamo verso la casa natale di Arnold.
            Non è facilissimo da trovare anche perché le indicazioni riportate
            sulla mappa sopra citata, non erano fedeli alla realtà. Comunque,
            non ci siamo persi d'animo e dopo aver girellato per tutto il
            paese, e quasi infilati in un bosco, abbiamo trovato la casetta dove
            ha vissuto con la sua famiglia. Detto così sembra la favola di
            Hansel e Gretel. Ci dobbiamo accontentare di vederla da fuori. E'
            attualmente abitata e non credo che questa volta il mio dialetto Klingon possa aiutarmi a condurre una trattativa tipo "suono il
            campanello e mi faccio fare da cicerone dai nuovi proprietari della
            casa". Mi limito a fare delle foto dall'esterno. E' probabile
            che se qualcuno degli attuali abitanti della casa di Arnold mi
            avesse visto, avrà pensato "ecco l'ennesimo rompi..." E va
            bene, vista la scuola, data un'occhiata alla chiesa e vista la
            casa di Arnold, passando davanti anche al famoso castello, il nostro
            viaggio si conclude qua. La macchina fotografica è carica di
            ricordi e momenti indimenticabili. Ora non ci rimane che tornare al
            nostro "campo base"; si è fatto tardi, è sera. 
			 
			Di ritorno,
            lungo la strada verso l'Italia, ci accorgiamo anche di alcuni
            luoghi caratteristici che all'andata non avevamo notato. Ora la
            mente è più rilassata e appagata da una giornata di grandi
            emozioni. Adesso ho una bella storia da raccontare ai miei amici e
            in palestra. Stringo la mano ad Antonella e la ringrazio per aver
            condiviso con me questo momento. 
			Racconto
            di Stefano Saldarelli 
			
			visitate
            il suo sito internet    
			
			Stefano Saldarelli Photo Gallery 
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          
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