L'Ultima Sfida del
Team Schwarzenegger.it (Parte
2)
Grazie al di promozione che abbiamo svolto su Facebook e sul nostro
FanSite dedicato a The Last Stand (www.schwarzenegger.it/thelaststand.html), un'agenzia specializzata che lavora per conto della RAI, ci ha contattato il 24 gennaio, il giorno prima di quell'avventura, per chiederci se eravamo interessati a partecipare, in veste di pubblico, alla registrazione dell'intervista ad Arnold Schwarzenegger all'interno della trasmissione di RAIUNO “I
Migliori Anni”, condotta da Carlo Conti. Non solo, ci avevano chiesto di invitare un certo numero di fans interessati a questa opportunità.
Pazzesco. Tutto all'ultimo minuto.
Appena presi gli accordi con gli organizzatori di
questa iniziativa, sento Paolo e decidiamo di avviare su Facebook la nostra campagna di proselitismo finalizzata alla ricerca di fans interessati a partecipare a questo evento.
Lancio l'invito sulla nostra pagina e nel giro di poco arrivano i primi post con le richieste di precisazione su dove, come, in che modo, ma è uno scherzo, ma dai, via,
su....
Morale della favola, il giorno dopo il lancio di questo invito, alle 17,30, sempre a ROMA, Paolo, Antonella ed io eravamo davanti gli
Studi DEAR della RAI circondati da una ventina di fans che sono accorsi da diverse parti d'Italia per partecipare alla registrazione.
Incredibile ma vero, nel nostro gruppo era presente anche un ragazzo di
Brindisi e che si era fatto da solo cinque ore di auto per poi farsene altrettante per tornare a casa a fine registrazione, solo per vedere Arnold.
E' l'ora, entriamo nella struttura della DEAR. Percorriamo lunghi ed altissimi corridoi interrotti solo da porte e portoni sulle quali sono apposti cartelli e indicazioni. Ogni porta nasconde un proprio segreto fatto di luci e spettacoli. Arriviamo nei pressi dell'area dove c'è il bar. Attendiamo qui, come ci è stato indicato all'ingresso. Al nostro gruppo comincia ad aggiungersi altre persone che ci raggiungono alla spicciolata, tutte per lo stesso motivo.
In sostanza, la trasmissione “I migliori anni” va in onda il sabato sera in diretta su RaiUno ma Arnold, si tratteneva a Roma solo un giorno, il venerdì precedente. Questo ha comportato alla RAI uno sforzo di produzione non indifferente obbligandoli a rimettere in piedi “una falsa diretta” dell'intervista o, quantomeno, una registrazione realizzata con tutti i criteri scenici e le atmosfere che vengono percepite dal pubblico durante la diretta del sabato. Pubblico, ballerini, orchestra, tecnici,
tutto rimesso in piedi solo per realizzare l'intervista ad Arnold.
Ci chiamano, tocca a noi.
Percorriamo ancora un corridoio, varchiamo un grosso portone, percorriamo un buio e angusto passaggio dietro
le quinte e.... magicamente, siamo dentro un bellissimo studio televisivo. WallScreen immensi, tecnici in ogni
dove, un brulichio di gente e, l'immancabile, meraviglioso, pittoresco personaggio munito di cuffia e microfono, cartelletta in mano e dallo spiccato accento romano amplificato dall'audio di studio, invita i presenti a gran voce a spegnere i telefoni cellulari, a non fare fotografie, ecc. Era chiaro... a meno che non avessimo dispositivi fotografici o video degni di James Bond, di quell'esperienza non potevamo portare a casa nulla se non un bel ricordo.
Veniamo sistemati nelle nostre postazioni. I ballerini approfittano dei tempi morti per ripassare alcuni passi di coreografia che probabilmente l'indomani avranno eseguito in diretta. Sono presenti anche gli orchestrali, pur non dovendo eseguire alcun brano. La loro presenza è obbligatoria poiché sono inseriti come elementi essenziali della stessa scenografia. Le loro postazioni sono ricavate sul fondo del palco e distribuite su tre piani, ad occupare tutto il fondo scena. La loro presenza in video viene interrotta solo dal passaggio dei grandi pannelli wallscreen che ad intervalli regolari si spostano lungo dei binari muovendosi da sinistra a destra e viceversa, mostrando e nascondendo l'orchestra a discrezione della regia.
Entra Carlo Conti e dal suo arrivo all'inizio della registrazione passano davvero pochissimi istanti. Conti fa solo a tempo a schiarirsi la voce, a tossire un paio di volte e parte il conto alla rovescia scandito da un tecnico di studio: tre, due, uno...
“Yeah, yeah, yeah, yeah... Arnold Schwarzenegger”. L'annuncio adrenalinico di Conti solleva gli animi e fa scaturire gli applausi che si vanno a miscelare con la sigla lanciata dalla regia. L'energia dello studio è al massimo. Sui wallscreen vengono impresse le immagini di Arnold in versione Terminator. Le luci si abbassano leggermente per dare risalto ai maxi schermi che nel frattempo si posizionano in modo tale da creare una sorta di sipario che incornicia Arnold ponendolo al centro della scena. Entra sorridente andando in contro a Conti porgendogli la mano per offrirgli una vigorosa stretta. Si sofferma quale istante a raccogliere gli applausi del pubblico, si siede e comincia la sua intervista rispondendo al “come stai” di Conti con un: “Molto bene!”.
Antonella, Paolo, io e gli altri venti amici fans di Arnie siamo comodamente seduti alle spalle di Conti. Possiamo vedere Arnold in modo perfetto, senza intralci alla visuale. E' a pochi metri da noi, in abito grigio, probabilmente lo stesso che aveva la mattina alla conferenza stampa ma questa volta, sulla camicia bianca, indossa una cravatta con disegni fantasia con dominanti cromatiche che danno sul viola-lilla. Elegantissimo,
se non fosse per i calzini a righe colorate, simili a quelli di “Pippi Calzelunghe”. Diciamo pure che alle star si possono ammettere anche queste eccezioni, pur trovandoci a Roma, in Italia, nel regno della moda e dello stile. Durante la trasmissione non si notano, almeno guardandola successivamente dalla televisione grazie alle inquadrature su Arnold molto strette sul mezzo busto. Inoltre, al Contrario di Carlo Conti, Arnold non accavalla mai le gambe restando seduto in modo composto, forse conscio del fatto che quelle righe avrebbero “mandato in
palla lo schermo”.
L'intervista prosegue per una ventina di minuti. Conti annuncia l'RVM di Conan il barbaro. Fisso Arnold in volto. Alle sue spalle seguo l'RVM che mostra le immagini di Conan mentre spinge la macina. In quel mentre, quando Conan si desta e mostra il suo sguardo allo spettatore, noto che Arnold, in studio, accenna un sorriso e prende aria espandendo la sua immensa cassa toracica. Un
sospiro dal sapore nostalgico, non lo so ma l'ho colto come un'emozione vera.
Coloro che non hanno potuto vedere la trasmissione il 26 gennaio scorso, durante la diretta de “I migliori anni”, possono ritrovarla su YouTube sul canale RAI o, se volete, anche sul mio, registrata dallo streaming video della RAI e che ho caricato sul social media video pochi istanti dopo la messa in onda in TV.
L'intervista ad Arnold è piacevole. Carlo Conti alterna momenti seri a momenti più divertenti e Arnold lo segue a ruota libera assecondandolo. Conti purtroppo anticipa la conclusione di una battuta di Arnold che ha costruito durante uno scambio di botta e risposta tra i due. Probabilmente la cosa non era stata preparata e Conti chiude in anticipo la battuta di Arnold. Unica nota stonata, se proprio vogliamo trovane una nell'intervista.
La cosa che invece ci ha lasciato un po' di amaro in bocca e, personalmente posso dire che al tempo stesso mi ha anche affascinato, è stato il
modo repentino con cui si è concluso tutto. Dal momento che Conti ha congedato Arnold, il quale è poi è uscito da dietro una quinta salutando, il conduttore toscano ha proseguito verso una delle tante uscite dello studio e tutto è finito, come un interruttore “on” e “off”. La macchina dell'entertainment è perfettamente lubrificata. Tutto si tinge di colori, luci e spettacolo e come questo appare, allo stesso tempo può sparire in un attimo.
Arnold va via, Conti lo segue a ruota, le luci cambiano, i tecnici rientrano sul palco e tornano a gestire gli ultimi istanti che precedono l'abbandono dello studio. “Ancora qualche secondo”, ci viene detto tramite gli amplificatori audio di studio.
Torna a farsi vedere il tecnico che una quarantina di minuti prima ci ha invitato a spegnere i cellulari. Questa volta ribadisce l'invito appena proferito attraverso l'audio di studio. Ci spiega che dobbiamo trattenerci un attimo per registrare un piano sequenza di applausi sulla nostra parte di pubblico. Questa richiesta ci crea l'illusione che durante la diretta della sera successiva, in un modo o nell'altro, saremmo stati visti in televisione dai nostri amici, parenti e conoscenti vari. Niente di più sbagliato. A tutt'oggi non abbiamo la più pallida idea di dove siano finite quelle riprese sul pubblico. Speriamo solo che non le rimontino su un altro ospite. Mi dispiacerebbe vedermi in televisione mentre applaudo freneticamente e con il volto entusiasta su un ingresso in scena di Marco Masini...
Il tempo di effettuare questa ripresa e... tutti fuori.
Un tecnico ci invita ad uscire, i musicisti scendono dai loro “trespoli”; ballerini e comparse spariscono dietro porte e vie di fuga e le luci di scena si abbassano del tutto, lasciando spazio solo a quelle di servizio.
In un istante ci ritroviamo nel lungo corridoio che ci aveva ospitati prima della trasmissione.
Salutiamo gli amici del fan club che nel frattempo, ognuno, sta andando al guardaroba per riprendere i propri soprabiti. Un saluto, un abbraccio, un arrivederci, se pur virtuale, su Facebook e tutti riprendono la strada di casa. Paolo, Antonella ed io approfittiamo della cortesia di
Alessandro, uno degli amici che era arrivato in auto agli studi RAI tramite il nostro reclutamento. Ci accompagna alla stazione per riprendere il treno. Paolo si trattiene a Roma per evitare il rientro a casa di notte e con tratti di strada sicuramente innevati.
Arriviamo alla stazione Termini. Scendiamo tutti dall'auto di Alessandro. Ci facciamo un paio di foto, ci abbracciamo e poi Antonella ed io ci dirigiamo al terminal del nostro treno. Paolo prosegue con Alessandro verso l'albergo.
E' stata una giornata intensa e indimenticabile. In un giorno solo, dopo una vita d'attesa, abbiamo visto Arnold Schwarzenegger per ben due volte. Oltretutto in contesti completamente diversi ed entrambi molto suggestivi.
Ore 20:50, siamo sul treno. Si torna a Firenze. Cos'è successo? Direi “una serie di fortunati eventi” che ci hanno permesso di vivere “L'Ultima Sfida”. Ora siamo pronti per affrontare la prossima.
Racconto
di Stefano Saldarelli
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